Gli allergeni più frequenti sono quelli inalanti e tra questi i
pollini.
I pollini
sono prodotti dalla piante amenofile durante il periodo di
pollinazione e vengono trasportate dal vento.
I granuli pollinici hanno dimensioni variabili da 5 micron a 200 micron
e sono costituiti da un rivestimento esterno (esina) ed uno strato
interno (entina) che è quello che contiene gli allergeni che vengono
liberati a livello delle mucose.
L’allergia ai pollini è stagionale
e
dipende dal periodo di pollinazione delle piante.
Le piante amenofile
hanno un periodo di pollinazione più o meno stabile
ma presenta variazioni in relazione alle diverse condizioni
meteoclimatiche.
Aria calda e secca
favorisce la pollinazione mentre
l’umidità la
ritarda, il vento
favorisce la dispersione dei pollini
mentre la pioggia
li fa cadere in terra.
Oltre a variazioni stagionali ci sono anche variazioni giornaliere
la
liberazione pollinica inizia generalmente nelle prime ore del mattino,
il polline sale in atmosfera raggiungendo la massima concentrazione
nelle ore calde del mattine con un picco raggiunto in genere verso
mezzogiorno e ricadono poi gradualmente nelle ore pomeridiane.
Esistono delle stazioni di monitoraggio areo biologico che registrano
le concentrazioni polliniche nell’area ed elaborano dei calendari
pollinici.
La consultazione dei calendari
pollici è utile sia per una correlazione
etiopatogenica tra sintomi e presenza di pollini nell’area che nella
gestione della malattia allergica (evitare viaggi in zone e periodi al
alta concentrazione di allergeni aggiustamento posologia della terapia
farmacologica in relazione alla concentrazione dell’allergene).
Gli allergeni pollinici maggiormente diffusi sono:
Graminacee:
si adattano a condizioni climatiche disperate e possono
considerarsi ubiquitariamente disperse. Il periodo di pollinazione è da
aprile ad ottobre, alcune specie sono infestanti (Gramigna) altre sono
coltivate a scopo alimentare (grano, mais, orzo, avena). Le specie
infestanti hanno una pollinazione maggiore e sono quelle maggiormente
responsabili di allergia.
Circa ¼ dei pazienti con allergia alle graminacee presenta anche
allergie alimentari a frutta e verdura (pesca albicocca, mandorle,
arachidi, frumento, anguria).
Parieterie:
la più nota è l’erba muraiola, un erba infestante che
cresce sui muri (da cui il nome muraiole) e sulle rocce, è multo
diffusa in Italia nelle zone centro meridionali da pianura fino a 1000
m. di altitudine; il periodo di fioritura è da maggio a giugno. I
pollini sono molto piccoli e possono penetrare nelle vie aeree profonde
e determinare asma. Nello strato esterno sono presenti anche delle
protrusioni filiformi che possono legare e veicolare alle vie aeree
inquinanti atmosferici (es. piombo) con fenomeni irritativi in aggiunta
all’asma.
Betullacee:
(ontano, nocciolo, carpino) presenti nella fascia alpina ed
appenninica con periodo di fioritura da gennaio a giugno. Mostrano
reattività crociata con alcuni alimenti (mera, pela, fragola, prugna,
pesca, kiwi) e possono determinare anche sindrome allergia orale (edema
delle fauci prurito e senso di soffocamento). Composite: emergente
giunta in Italia per contaminazione di sementi di cereali importate. I
generi di importanza allergologica sono l’artemisia (assenzio
selvatico) e l’ambrosia. Il periodo di fioritura è settembre ottobre
con liberazione di notevoli quantità di pollini pesanti e difficilmente
aereo dispersi che sono però allergeni molto potenti.
Ceprussacee:
(cipresso, ginepro, tuja) piante coltivate a scopo
ornamentale o di rimboschimento, allergia emergente con periodo di
fioritura da gennaio a maggio.
Oliacee:
molto diffuse in tutto il bacino mediterraneo, il loro periodo
di fioritura è breve e limitato a circa 30 giorni nei mesi di maggio e
giugno; spesso si ha alternanza annuale con anni a scarsa pollinazione
ed anni e forte pollinazione.
Le allergie polliniche determinano manifestazioni
cliniche allergiche a
carico dell’occhio (congiuntivite
allergica) e delle vie aeree
superiori (rinite
allergica) e inferiori (asma).
Il riscontro anamnestico della stagionalità di questi sintomi allergici
è suggestivo di allergia pollinica, per la diagnosi si devono eseguire
i test
allergologici.
Il soggetto allergico ai pollini deve evitare passeggiate in zone dove
l’erba è stata appena tagliata, utilizzare di mascherine in occasione
di lavori di giardinaggio e di esposizione al polline, evitare attività
sportive in aree verdi durante i periodi di fioritura, consultare
calendari pollinici per sapere il periodo di fioritura e programmare
terapeutico preventivo per ridurre i sintomi dell’allergia, possibile
immunoterapia allergene specifica.